Se prevenire è meglio che curare, allora l’obesità dell’adulto può essere considerata, in alcuni casi, anche e soprattutto un problema pediatrico. Le cause? Oltre ad una sicura componente genetica, una ridotta attività fisica ed un eccessivo apporto calorico, anche per il “bombardamento” di una pubblicità alimentare di cui i ragazzi sono facile preda. Per capire meglio “l'intreccio” fra obesità infantile e quella dell’adulto, occorre premettere che lo sviluppo del nostro tessuto grasso avviene proprio durante l’infanzia, periodo in cui il bambino si “correda”, se così si può dire, di un patrimonio, (talora altissimo), di cellule grasse. Tale tipo di obesità è anche detta IPERPLASTICA (perché data dal numero delle cellule grasse) e si differenzia da quella IPERTROFICA, che è più tipica dell’adulto ed in cui le cellule aumentano di volume ma non di numero.
Conclusione: osservate attentamente i due quadrati, poi date un’occhiata alle foto della vostra infanzia e se vi vedrete “ben paffuti” non pretendete di diventare, una volta adulti, magri come un grissino. Infatti, qualsiasi dieta dimagrante può far diminuire il volume delle cellule grasse ma non il loro “numero”.
OBESITÀ IPERPLASTICA
Peso: 90 Kg.
OBESITÀ IPERTROFICA
Peso: 90 Kg.
Per quanto detto, di fronte ad un bambino in sovrappeso, non si deve esitare un istante a programmare una dieta dimagrante anche perché, messi da parte pregiudizi e vecchie credenze, perdere peso a questa età non è assolutamente controproducente. Infatti, oltre a prevenire l’obesità dell’adulto, il raggiungimento di un “peso normale” fa sì che il bambino abbia un più normale sviluppo sessuale, cresca di più in altezza, non assuma atteggiamenti viziati e, soprattutto, non si creino in lui dei risvolti psicologici negativi che, in età adolescenziale, potrebbero portarlo a seri problemi di socializzazione.
Non è sicuramente cosa semplice curare il sovrappeso e l’obesità infantile anche se gli stimoli giusti, un continuo incitamento e l’esperienza dell’operatore possono condurre a risultati talvolta insperati. In questo senso, abolite tutte quelle “diete” che prevedono l’'esclusione di certi alimenti“ritenuti ingrassanti”o delle“diete troppo rigorose”, occorre inserire, al loro posto, un’alimentazione varia, che non preveda l’esclusione di nessun alimento e che, soprattutto, non faccia sentire questi piccoli pazienti degli “isolati a tavola”oppure diversi dai loro coetanei più magri. I momenti più difficili, come è ovvio, saranno quelli iniziali: poi, quando il bambino gioirà dei primi risultati positivi (un ostacolo che non saltava, una salita fatta senza affanno ecc.), saremo già sulla via della guarigione. E così, al posto di un ragazzo ben paffuto ma triste, ce ne ritroveremo uno completamente diverso, che corre, sorridente, che si mette qualsiasi abito e, soprattutto, senza complessi di inferiorità verso i suoi coetanei.
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